366421419_57df998286Che cos’è?

 Il Disturbo di Panico è caratterizzato da inaspettati e ricorrenti stati dansia e paura molto intensi e brevi, definiti “attacchi di panico”, intervallati, per un periodo non inferiore ad un mese, da persistenti preoccupazioni che si verifichino ulteriori attacchi e che questi abbiano delle implicazioni sulla salute fisica e mentale (es. che portino a cardiopatia, epilessia, pazzia).

Si ha un attacco di panico (DSM-IV-TR) se almeno quattro dei sintomi mentali e fisici sottoelencati si sono sviluppati improvvisamente, raggiungendo un picco nel giro di circa 10 minuti:

  • palpitazioni o tachicardia;
  • sensazione di asfissia o di soffocamento;
  • dolore o fastidio al petto (es. senso di oppressione toracica);
  • sensazioni di sbandamento o di svenimento (es. debolezza alle gambe, vertigini, visione annebbiata);
  • disturbi addominali o nausea;
  • sensazioni di torpore o di formicolio;
  • brividi di freddo o vampate di calore;
  • tremori o scosse;
  • bocca secca o nodo alla gola;
  • sudorazione accentuata;
  • sensazione di irrealtà (derealizzazione) o sensazione di essere staccati da se stessi (depersonalizzazione);
  • confusione mentale;
  • paura di perdere il controllo o di impazzire;
  • paura di morire.

È importante che lattacco di panico non sia provocato sempre da una situazione specifica (es.: trovarsi in presenza di insetti in casa, oppure parlare davanti ad una folla, ecc.) perché si parla di Disturbo di Panico solo se gli attacchi sono inaspettati e si verificano “come fulmini a ciel sereno”.

Il Disturbo di Panico è piuttosto diffuso e fortemente invalidante e, se non curato, tende ad avere un andamento cronico.

Nel momento in cui si verifica lattacco di panico, di solito la persona sente di essere in una situazione acuta e insolita di malessere che non sa spiegarsi. In genere, lesperienza soggettiva riportata è di “essere sul punto di morire per infarto o ictus” o di “impazzire” o di “perdere il controllo”. Questi pensieri e le sensazioni fisiche associate sono così negativi e spaventosi, maggiormente dopo il primo attacco di panico, da provocare nella persona la paura di ritrovarsi in futuro nella stessa situazione.

Lansia che anticipa un eventuale attacco di panico viene chiamata ansia anticipatoria. Spesso lansia anticipatoria può innescare essa stessa una crisi. Dopo diversi attacchi di panico, la persona comincia ad associare ldea di “essere in pericolo” già ai sintomi dellansia anticipatoria (tachicardia, respiro affannoso, ecc.) quindi il primo verificarsi dei sintomi provoca una rapida escalation dellansia tanto da provocare un nuovo attacco di panico. È questo il circolo vizioso più tipico del disturbo di panico (Clark 1986; Wells, 1990).

Per evitare che si verifichino gli attacchi di panico e per calmare la propria ansia anticipatoria, la persona solitamente tende ad avere un atteggiamento prudenziale di fronte alle sensazioni e alle situazioni che teme possano provocarle lattacco. I comportamenti che di solito mette in atto, quindi, sono di tre tipi:

  • comportamenti di evitamento delle situazioni o delle sensazioni che teme inneschino lattacco (es.: non frequentare luoghi chiusi, evitare di fare sforzi fisici che provocano il respiro affannoso);
  • comportamenti protettivi  (es.: uscire di casa solo se accompagnato da un familiare, portare con sé farmaci per lansia);
  • attenzione selettiva verso gli stimoli associati allattacco.

Quando il Disturbo di Panico è associato alla paura intensa che si verifichino attacchi di panico in luoghi affollati, mezzi di trasporto, spazi troppo aperti o troppo chiusi perché si teme di non potersi allontanare prontamente da queste situazioni quando sta per iniziare un attacco e quando la persona affronta queste situazioni solo in presenza di un familiare, si parla di Disturbo di Panico con Agorafobia.

Quando nasce e chi colpisce?

Secondo lOrganizzazione Mondiale della Sanità ne soffre tra l1,5% e il 3,5% della popolazione mondiale (American Psychiatric Association, APA, 1994) ed ha una frequenza 2-3 volte superiore nel sesso femminile.
Letà in cui tale disturbo si manifesta per la prima volta è variabile e più tipicamente si colloca tra la tarda adolescenza e i 35 anni.

Perché nasce?

Le situazioni che più frequentemente sono associate alla presenza di un Disturbo di Panico sono definite fattori di rischio. Secondo le ricerche empiriche finora effettuate, i fattori di rischio specifici per linsorgenza del Disturbo di Panico sono la predisposizione genetica e la familiarità, situazioni stressanti fisiche e/o psicologiche, iperventilazione, sensibilità agli stimoli che provocano ansia e un pensiero catastrofico.

Quali conseguenze?

Il Disturbo di Panico può essere particolarmente invalidante in quanto ha ripercussioni su diversi ambiti della vita dellindividuo:

  • Vita lavorativa: può succedere che la persona rinunci a lavorare piuttosto che affrontare delle situazioni temute;
  • Vita familiare: si verificano frequenti tensioni interpersonali causate dalle frequenti richieste di essere accompagnati;
  • relazioni sociali: una progressiva riduzione delle relazioni interpersonali a causa della difficoltà della persona a frequentare luoghi aperti, affollati ecc.

È facile immaginare come ad un Disturbo di Panico seguano un abbassamento della qualità della vita non solo di chi ha il disturbo ma anche dei suoi familiari, una diminuzione delle situazioni che un tempo provocavano piacere e un decremento dellefficacia personale e dellautostima. Spesso, quindi, la persona può sviluppare un Disturbo Depressivo secondario al Disturbo di Panico o una Dipendenza da Sostanze (es. alcool).