Che cos’è?

Spesso questi bambini mostrano movimenti stereotipati che manifestano in modo ossessivo, irrequietezza motoria e comportamenti autolesionistici che destano ansia nei genitori, soprattutto per la loro pericolosità (es. battere la testa). Lanaffettività in questi bambini è evidente dalla mancanza di contatto oculare già nelle prime fasi della vita, e continua in età prescolare con disinteresse marcato per le relazioni con i pari. Si osserva spesso deambulazione robotica; la durata, ma anche la qualità dellattenzione è profondamente diversa dai bambini a norma: quando scatta, dà limpressione di poter durare chissà quanto e di raggiungere certi risultati, poi scompare 2983983054_406ebf120aimprevedibilmente. Vi è una grave incapacità a stabilire un sistema adeguato di comunicazione con lambiente e a mettersi in relazione con gli altri, ma è molto frequente anche una compromissione cognitiva.

I criteri diagnostici per il Disturbo autistico secondo il DSM-IV-TR sono i seguenti:

  • Compromissione qualitativa dellinterazione sociale segnalata da almeno due dei seguenti criteri:
  • marcata compromissione nelluso di svariati comportamenti non verbali, come lo sguardo diretto, lespressione mimica, le posture corporee, e i gesti che regolano linterazione sociale;
  • incapacità di sviluppare relazioni con i coetanei adeguate al livello di sviluppo;
  • mancanza di ricerca spontanea della condivisione di gioie, interessi o obiettivi con altre persone;
  • mancanza di reciprocità sociale o emotiva;
  • Compromissione qualitativa delle comunicazione segnalata da almeno uno dei seguenti criteri:
  • ritardo o totale mancanza dello sviluppo del linguaggio parlato (non accompagnato da un tentativo di compenso attraverso modalità alternative di comunicazione come gesti o mimica);
  • in soggetti con linguaggio adeguato vi è una marcata compromissione della capacità di iniziare o sostenere una conversazione con altri;
  • uso di un linguaggio stereotipato o ripetitivo o linguaggio eccentrico;
  • mancanza di giochi di simulazione vari e spontanei o di giochi di imitazione sociale adeguati al livello di sviluppo;
  • Modalità di comportamento, interessi e attività ristretti, ripetitivi e stereotipati, segnalata da almeno uno dei seguenti criteri:
  • dedizione assorbente ad uno o più di interessi ristretti e stereotipati anomali o per intensità o per focalizzazione;
  • sottomissione del tutto rigida ad inutili abitudini o rituali specifici;
  • manierismi motori stereotipati e ripetitivi (battere o torcere le mani o il capo, o complessi movimenti di tutto il corpo);
  • persistente ed eccessivo interesse per parti di oggetti.

Il Disturbo Autistico può presentare una comorbilità con il Ritardo Mentale.

Quando nasce e chi colpisce?

Il Disturbo Autistico è riconoscibile entro il 2°, 3° semestre di vita del bambino, diventa evidente entro il 2° anno e il quadro clinico è conclamato entro il 3° anno di vita; ha una frequenza di 2-4 casi ogni 10.000 bambini con meno di 12 anni ed è più frequente maschi che nelle femmine.

Perché nasce?

Ancora oggi non vi è una teoria unificante che possa spiegare lAutismo. Tra le possibili cause dellAutismo, lipotesi relazionale che faceva ricadere tutte le colpe sui genitori (teoria della madre frigorifero) incapaci di stabilire un rapporto emotivo con i figli è stata definitivamente abbandonata. I dati che ne studiano le possibili cause riguardano, infatti, lambito genetico, neurologico, immunologico, metabolico, cognitivo, comportamentale, neuropsicologico.

  • Fattori biologici: Possibili cause sono riconducibili alla rosolia in gravidanza, a condizioni negative neonatali o ostetriche, ad anomalie in diverse strutture celebrali in particolare nel cervelletto, nellamigdala, nellippocampo, nel setto e nei corpi mammillari. La ricerca neurochimica suggerisce che vi siano delle alterazioni nel metabolismo della serotonina e di altri neurotrasmettitori. La maggiore incidenza nei maschi  farebbe pensare allimplicazione di anomalie sui cromosomi sessuali.
  • Fattori cognitivi:
  • Mancanza della teoria della mente e deficit meta rappresentativi ovvero lincapacità di attribuire a se stessi e agli altri stati mentali, di immaginare il punto di vista degli altri ecc. Di qui, le carenze nel gioco simbolico, (che richiede la capacità di condividere con gli altri il far finta che un oggetto sia qualcosaltro), nella socializzazione, nellimmaginazione e nella comunicazione.
  • Deficit di coerenza centrale ovvero la difficoltà a cogliere gli aspetti generali di una situazione e tendenza a fermarsi sui dettagli, responsabile della difficoltà a comprendere gli aspetti contestuali e ad integrare informazioni a diversi livelli. Evidenze sperimentali mostrano che gli autistici mostrano abilità di individuare figure nascoste allinterno di una figura complessa superiori alla norma, lasciando ipotizzare che il contesto globale viene da loro ignorato, avendo un particolare stile cognitivo analitico.
  • Deficit nelle funzioni esecutive ovvero la difficoltà a pianificare gli obiettivi, a controllare gli impulsi, ad organizzare la ricerca, mancanza di flessibilità di pensiero azione manifestati da un comportamento rigido, inflessibile, dalla perseverazione su un compito ecc.

Quali conseguenze?

Le difficoltà sul piano sociale e comportamentale del bambino hanno profonde ripercussioni sulla famiglia che deve spesso far fronte ai giudizi e alle critiche di vicini, parenti, amici o conoscenti del cui bisogno avrebbero invece disperatamente bisogno. La paura e langoscia generati dai comportamenti insoliti e bizzarri del bambino possono portare i genitori a chiudersi allinterno delle mura domestiche e ad isolarsi, precludendo al bambino una serie di attività e lampliamento degli interessi già fortemente ristretti per il disturbo. Gli effetti dellincomprensione sociale sono ancora più devastanti se il bambino viene anche respinto dalle istituzioni scolastiche e sanitarie e non gli viene offerta la possibilità di programmi didattici ed educativi individualizzati finalizzati a potenziare le sue abilità.  Se, invece, si realizzano programmi di intervento strutturati, precoci e sistematici, si verifica una riduzione significativa dei disturbi del comportamento e dei deficit di interazione sociale e si può favorire una maggiore autonomia del bambino.